Reddito di esistenza

Il Reddito di Esistenza è una erogazione monetaria, fornita a intervallo regolare, finalizzata a garantire la sussistenza e la partecipazione sociale, è un diritto dell’individuo dalla sua nascita alla morte (al pari di quello alla salute e all’istruzione).

Il Reddito di Esistenza ha 3 caratteristiche che lo contraddistinguono:

  1. è UNIVERSALE: a tutti gli individui a prescindere da età, sesso, reddito, provenienza (è legato alla residenzialità non alla cittadinanza)

  2. è INDIVIDUALE: dell’individuo a prescindere dalla situazione familiare

  3. è INCONDIZIONATO: non legato ad alcun vincolo o condizione (per es. cercare un lavoro)

Il Reddito di Esistenza dovrebbe garantire la soddisfazione dei bisogni primari e una esistenza libera e dignitosa. Usualmente si pensa a una cifra orientativa del 20% al disopra della soglia di povertà (che ad es. in Italia nel 2012 era all’incirca di 600 euro).

Sulla finanziabilità di questa erogazione esistono molti studi e simulazioni eseguite da diversi economisti. In particolare, per quanto riguarda l’Italia si rimanda alle simulazioni realizzate dal Dott. Fumagalli, reperibili sul sito del Basic Income Network Italiano (http://www.bin-italia.org/). In sintesi, il Dott. Fumagalli propone una revisione della fiscalità generale e l’inserimento di alcune tassazioni, quali la Tobin Tax o la Carbon Tax.

È importante sottolineare la differenza con il REDDITO MINIMO GARANTITO che invece è un’erogazione monetaria non universale, non sempre individuale, temporanea e soprattutto condizionata.

Le conseguenze dell’introduzione del Reddito di Esistenza

Il Reddito di Esistenza permette di disgiungere reddito e lavoro, rendendo possibili alcuni cambiamenti, tra cui ad esempio: ridurre le disuguaglianze sociali agendo sulle condizioni/opportunità di partenza; aumentare la libertà di scelta del lavoro (eliminando il “ricatto del bisogno”); permettere la scelta del tempo di lavoro; aumentare il potere di contrattazione nei luoghi di lavoro; dare una spinta alle imprese a migliorare i processi produttivi.

Il laboratorio di MAG6 sul Reddito di Esistenza

La sperimentazione che abbiamo intrapreso ha previsto un lavoro collettivo, laboratoriale. Attorno al tema del Reddito di Esistenza si è sviluppato un confronto di gruppo fatto di dialogo, apertura di interrogativi, disponibilità a mettersi in gioco, armonizzazione di differenze, desiderio di immaginare e di fare esperienze concrete. Il motore del confronto tra i partecipanti è stata la consapevolezza che non saremmo riusciti a rispettare completamente i 3 criteri che caratterizzano il Reddito di Esistenza per quello che dovrebbe essere se attuato a livello statale.

Alcune risposte alle obiezioni con le riflessioni che abbiamo registrato:

Non lavorerebbe più nessuno!
Cosa vuol dire contribuire alla società e produrre ricchezza? Avviene solo attraverso il lavoro retribuito? È ancora possibile distinguere tra tempo lavoro e tempo vita?

Ci sarebbe un blocco della produzione.
Potrebbe spingere le imprese all’innovazione tecnologica, diminuendo significativamente “la fatica” di alcuni lavori come avvenne con l’introduzione delle “8 ore”.

Chi farebbe i lavori sgraditi?
Spingerebbe alla loro meccanizzazione. Potrebbero essere pagati di più. Alcuni potrebbero essere autogestiti.

Anche i ricchi lo riceverebbero!
II Reddito di Esistenza è un diritto individuale come quello alla salute, la vera questione è applicare una fiscalità equa.

Conclusioni

Video-bibliografia

Per capire di più il RdE

Sul perchè di un RdE: alcune voci

Su come finanziare il RdE